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Implantologia dentale a carico immediato

IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO

La parodontite è una grave infiammazione del parodonto ovvero degli elementi che sostengono il dente quali la gengiva, il legamento parodontale e l’osso alveolare. Si manifesta a causa della placca batterica sedimentata che infiamma le gengive senza comportare dolore e con sintomi come sanguinamento, gonfiore gengivale, alitosi e, nei casi più gravi anche mobilità dentale.

Curare la parodontite è possibile e può essere fatto tramite la rimozione del tartaro fonte di infezione sia sopra che sotto le gengive. In caso di recessione gengivale importante e notevole riassorbimento osseo la terapia da adottare prevede l’utilizzo della chirurgia orale per la cura completa della parodontite.

Che cos’è il parodonto ?

Dall’articolo “anatomia di un dente” sappiamo che, esternamente, un elemento dentale è suddiviso in tre differenti parti: la corona, ovvero la parte visibile del dente; la radice, che è quella parte che non vediamo poiché scompare all’interno della gengiva ed il colletto cioè quella zona in cui la corona lascia il posto alla radice e lo smalto al cemento radicolare.

Il dente è alloggiato all’interno della cavità ossea mascellare chiamata alveolo.
Allo scopo di mantenere il dente saldo nell’alveolo e permettergli di sopportare i carichi masticatori, esiste tutta una serie di fibre cha partono dal cemento radicolare e concludono nel tessuto che circonda il dente, esse costituiscono il legamento parodontale.

A livello del colletto, le fibre del legamento parodontale collegano la parte non visibile del dente alla gengiva formando il solco gengivale che impedisce alle sostanze esterne di penetrare lungo la radice.

Adesso diventa facile rispondere alla domanda iniziale; il parodonto è formato da: gengiva, osso alveolare e legamento parodontale. La parodontite, a vari gradi, colpisce tutti questi tessuti provocando l’instabilità del dente favorendone la caduta.

Cause della parodontite

La causa principale della formazione della parodontite è la scarsa igiene orale domiciliare che permette la formazione della placca batterica da cui le tasche gengivali, il tartaro e l’infiammazione dei tessuti parodontali.

Dopo ogni pasto il Ph della bocca si altera soprattutto se consumiamo zuccheri e può capitare che qualche residuo di cibo rimanga tra i denti. In queste condizioni si sviluppa la placca batterica che aderisce alla superficie dei denti (soprattutto sulle superfici interdentali ed occlusali) e si insinua all’interno del solco gengivale. I batteri iniziano così a produrre sostanze chimiche (in maggioranza acidi) altamente irritanti per le gengive che si infiammano e danno vita alla gengivite.

Se la placca batterica non viene rimossa attraverso l’igiene orale quotidiana, l’infiammazione gengivale viene continuamente alimentata e le fibre del legamento parodontale tendono ad essere gravemente compromesse tanto da permettere ai batteri di “scavare” all’interno del solco gengivale formando delle vere e proprie tasche gengivali (o tasche parodontali) all’interno delle quali non è possibile arrivare con il semplice spazzolino o il filo interdentale per rimuovere la placca.

Con il tempo la placca sedimenta e mineralizza formando il tartaro il quale può essere rimosso soltanto attraverso manovre di pulizia professionale dei denti mentre, se non rimosso, l’azione dei batteri patogeni in esso contenuti continua indisturbata fino a dar vita alla parodontite grave ovvero l’infezione si propaga a tutti i tessuti parodontali minando la stabilità dell’elemento dentale che è condannato a cadere o costringe il dentista ad un’inevitabile estrazione del dente colpito ancorchè sano (non compromesso dalla carie).

Cause complementari

Dal paragrafo precedente possiamo asserire che la placca batterica è la principale responsabile dell’infiammazione gengivale che, aggravandosi, sfocia in gengivite e poi in parodontite. L’accumulo di placca è indice inequivocabile di scarsa igiene orale.
Esistono, tuttavia, cause complementari o concause che contribuiscono a vario grado alla comparsa di questa fastidiosa malattia delle gengive. Vediamone alcune insieme:

sbalzi ormonali

in alcuni periodi della vita di un individuo può capitare che si verifichino delle fluttuazioni anche importanti dei livelli ormonali e questo capita sicuramente durante la pubertà quando I caratteri sessuali secondari iniziano a comparire in seguito appunto della stimolazione ormonale.

In gravidanza molte donne accusano maggior secchezza delle fauci (xerostomia) o una sostanziale modificazione della saliva che diventa meno liquida e, quindi, perde il suo naturale potere di contribuire a rimuovere micro particelle di cibo residuate tra i denti risultato, magari, di spuntini notturni che non prevedono lo spazzolamento dei denti nell’immediato.

Anche la menopausa per le donne e l’andropausa per gli uomini sono momenti di riassetto ormonale e, come tali, periodi in cui, indirettamente, anche la bocca e le gengive ne risentono.

Predisposizione genetica

Si stima che il 30% della popolazione erediti geneticamente la predisposizione ad ammalarsi di parodontite quindi, anche in persone estremamente accorte nel mantenere puliti i denti si possono registrare casi infiammazioni gengivali serie.

Abuso di alcolici e fumo di sigaretta

il fumo di sigaretta tende a favorire in modo determinante l’insorgenza della parodontite nonché del recesso gengivale;

Patologie sistemiche

la parodontologia ha ormai verificato che persone affette da diabete hanno molta più probabilità di altre di soffrire di parodontite (soprattutto diabete scompensato);

Difese immunitarie deboli

Ogni giorno le nostre difese immunitarie ci proteggono da una quantità spaventosa di batteri potenzialmente pericolosi che il nostro corpo riesce a combattere proprio in virtù delle difese sviluppate durante l’evoluzione dell’uomo ed all’adattamento all’ambiente circostante.

Tuttavia, in periodi di forte stress le nostre difese si abbassano, i batteri hanno la meglio ed iniziano la loro azione patogena. Anche l’immuno-deficienza-acquisita o HIV od anche AIDS contribuisce alla comparsa e proliferazione della parodontite poiché rende il nostro corpo più debole ed incapace di respingere gli attacchi quotidiani.

Sintomi della parodontite

La parodontite è una malattia ambigua poiché non è caratterizzata dal dolore proprio del mal di denti come ad esempio nel caso della pulpite e quindi il paziente posticipa il più possibile la visita dal dentista.

Esistono, comunque, alcuni campanelli d’allarme che devono essere tenuti in considerazione come ad esempio il sanguinamento delle gengive specie se spontaneo.

Abbiamo deciso di suddividere i sintomi in base alla gravità della parodontite ma bisogna tenere a mente che detta malattia può portare alla caduta dei denti anche senza mostrare alcun sintomo.

Stadio iniziale

  • Modesto sanguinamento delle gengive a seguito dell’uso dello spazzolino da denti;
  • Cambiamento del colore delle gengive che da rosa diventano rosse (arrossamento gengivale);
  • Leggero gonfiore delle gengive;
  • Alitosi di modesta entità;
  • Cambiamento del gusto dei cibi.

Stadio avanzato

  • Il sanguinamento si fa più frequente ed anche spontaneo ovvero senza una causa scatenante;
  • Si assiste alla recessione gengivale, le gengive si accorciano lasciando scoperto il cemento radicolare a cui si salda più placca batterica che, in breve, diventa tartaro;
  • Riassorbimento dell’osso alveolare con conseguente notevole mobilità degli elementi dentali colpiti;
  • Sporadicamente si assiste al cambiamento di posizione da parte di alcuni denti che pregiudica la corretta occlusione e masticazione (la cui correzione chiama in causa le procedure di ortodonzia);
  • L’alito cattivo si fa più marcato e persistente.

Diagnosi e terapie

Diagnosticare una parodontite è, oggi, un compito abbastanza facile per qualsiasi dentista che possa definirsi tale poiché in presenza di sanguinamento gengivale, modificazione del colore dei tessuti, recessione gengivale e quant’altro, la diagnosi preliminare è più che immediata tuttavia, per individuare la terapia corretta è necessaria una visita parodontale accurata che permetta al parodontologo di stabilire se intervenire con le consuete manovre di eliminazione del tartaro sopra e sottogengivale oppure, in caso di tasche gengivali molto profonde ed importante recesso gengivale nonché osseo, non sia preferibile adottare la chirurgia per curare la parodontite.

Spetta comunque sempre al paziente prendere in seria considerazione i campanelli di allarmi come l’arrossamento dei tessuti ed il loro sanguinamento e fissare l’appuntamento con il dentista allo scopo di intervenire subito per curare la parodontite sul nascere anziché dover affrontare lunghe e fastidiose cure con il rischio di non poter sanare completamente e definitivamente le proprie gengive.

Prevenire la parodontite

La parola d’ordine per la prevenzione della parodontite è “igiene orale quotidiana”.
Spazzolino da denti, filo interdentale e collutorio antiplacca sono le uniche armi che abbiamo per mantenere puliti i nostri denti e sane le gengive.

Con la pulizia professionale dei denti, l’igienista dentale od il dentista, riesce a capire se commettiamo degli errori nella pratica quotidiana ed eventualmente a rimuovere il tartaro stratificato che può essere asportato solo con gli strumenti professionali di cui è dotato lo studio dentistico.

Nel caso di sospetto di particolare predisposizione alla parodontite, è consigliabile effettuare un semplicissimo test genetico chiamato (ParoGen® Test), totalmente indolore, che prevede il prelievo di una modesta quantità di saliva.

Seguendo il semplice programma di visite di controllo e d’igiene proposto dal medico, è possibile azzerare o quasi le possibilità che una gengivite diventi parodontite o che un piccola carie possa diventare un cratere tale da implicare la devitalizzazione o, peggio, l’estrazione del dente.

Con il termine protesi fissa si intende la protesi che non può essere rimossa dal paziente poiché cementata o avvitata ad elementi pilastro, si tratta dei denti naturali del paziente quando ancora in buono stato oppure impianti dentali osteointegrati.

La protesi fissa è chiamata di “ricostruzione” quando ha il compito di ricostruire la parte del dente asportato dal dentista durante le cure ed allo stesso tempo di proteggere la parte restante.

E’ detta di sostituzione, invece, quella protesi fissa che va a sostituire parte o tutti i denti mancanti che sono caduti naturalmente oppure sono stati estratti poiché ridotti in pessime condizioni e non più utilizzabili.

Tipi di protesi fissa:

Intarsio dentale

L’intarsio dentale è la protesi fissa più piccola che esiste poiché è destinato alla ricostruzione di una parte della corona del dente che è stata danneggiata dalla carie che ne ha corroso buona parte dello smalto oppure da una frattura a causa di un trauma (incidente stradale o sportivo).

In altre parole, quando il dentista decide che un’otturazione dentale non garantisce l’estetica, la tenuta e la giusta resistenza ma non si vuole arrivare alla capsula, allora l’intarsio è la protesi fissa ideale.

I materiali di costruzione prevedono sia la ceramica che lo zirconio (in alcuni casi anche il disilicato di litio). L’intarsio, a differenza dell’otturazione che è realizzata direttamente nella bocca del paziente, è costruito in laboratorio sulla base di un’impronta dentale ad alta precisione e cementato sul dente.

In alternativa è possibile procedere alla presa delle impronte con una lampada intraorale pere poi passare alla fabbricazione dell’intarsio attraverso la tecnologia CAD/CAM computerizzata.

Capsula dentale

La capsula dentale è una protesi fissa che serve per ricreare completamente la corona del dente ovvero la parte visibile, quella che vediamo durante il sorriso e che utilizziamo per masticare.

La capsula è posizionata sul dente naturale dopo che questo è stato curato a causa di carie profonda o pulpite e, all’occorrenza, è stata praticata anche la relativa devitalizzazione.

Per fare spazio alla capsula dentale, il dentista è costretto a monconizzare il dente o la parte che ne rimane ovvero a rendere la parte superiore del dente più piccola. In questo caso si dice che il dente è stato incapsulato.

In base alle cure apportate e quindi ai tempi di guarigione, l’odontoiatra potrebbe optare per una protesi fissa provvisoria o capsula provvisoria in attesa di quella definitiva.

Questo tipo di protesi fisso mono-dente (per un solo dente) è realizzata utilizzando differenti tipi di materiali. La scelta dell’uno o dell’altro è dettata dai risultati che si desiderano ottenere e dai costi che il paziente è in grado di affrontare.

L’odontoiatria protesica oggi offre i seguenti tipi di protesi fissa per un solo dente:

Corona in resina o composito

La corona in resina acrilica o composito è la protesi fissa che normalmente viene utilizzata come presidio provvisorio, in attesa della guarigione dei tessuti ed è anche la più economica.

Corona metallo ceramica

Il metallo o, meglio, la lega di metallo costituisce la struttura interna della capsula, quella a contatto con il dente ridotto a moncone o con il perno-moncone. La ceramica, invece, è utilizzata per la parte esterna ed estetica della protesi fissa.

Una delle caratteristiche che contraddistingue la corona in metallo ceramica è la particolare resistenza durante la masticazione. Nel panorama delle protesi fisse per un solo dente è quella che fino ad oggi è stata più largamente utilizzata dai dentisti di tutto il mondo.

Corona ceramica integrale

La corona in ceramica integrale è la protesi fissa singola che vanta l’estetica migliore poiché, data la mancanza del metallo sottostante, si lascia attraversare dalla luce proprio come i denti naturali.

E’ particolarmente adatta a sostituire o ricoprire i denti anteriori mentre per quelli posteriori è preferibile un materiale più resistente che possa resistere alle forze espresse durante la masticazione.

Corona zirconio ceramica

La zirconia o ossido di zirconio, negli ultimi tempi, è diventato il materiale di riferimento per restauri protesici molto resistenti e con un’estetica inarrivabile utilizzando altri materiali.

In combinazione con la tecnologia CAD/CAM, è possibile ricavare la protesi fissa attraverso la fresatura computerizzata di un blocchetto di ossido di zirconio ottenendo un dispositivo odontoiatrico di estrema precisione, leggerezza e biocompatibilità.

La corona in zirconia e ceramica unisce in se la resistenza dell’ossido di zirconio sintetizzato e la resa estetica della ceramica.

Faccette

L’odontoiatria estetica ricomprende le faccette dentali o veneers nella categoria delle protesi fisse poiché anch’esse, una volta cementate non possono essere rimosse dal paziente.

Le faccette dentali sono dei sottilissimi gusci di ceramica o zirconio che vengono applicate sopra ai denti naturali che, in alcuni casi devono essere limati per far posto allo spazio occupato dalle faccette ed in altri casi no.

Con questo tipo di protesi fissa è possibile risolvere differenti problemi estetici del paziente: eccessivo spazio tra i denti incisivi (diastema), cambiare colore agli elementi dentali, allungare i denti, coprire una pigmentazione indelebile etc.

Ponte dentale parziale

Il ponte dentale parziale è la protesi fissa che serve per sostituire uno o più denti adiacenti (solitamente fino a 4 o 5).

Il numero di capsule dentarie necessarie ed unite tra loro dipende dal numero di denti naturali che si desidera rimpiazzare.

Il ponte parziale può essere agganciato:

Su denti naturali

In questo caso le corone dei denti naturali del paziente che serviranno da pilastro devono essere ridotte a moncone ed incapsulate quindi, se gli elementi dentali sono sani, procedere alla monconizzazione risulta un vero delitto mentre, se non lo sono, è l’occasione buona per curarli e renderli utili al supporto del ponte.

Su impianti dentali

Se non si vogliono toccare i denti naturali e sani, l’unica alternativa è l’inserimento di impianti dentali in titanio che, una volta osteointegrati, saranno connessi al ponte e lo manterranno in posizione.

Protesi fissa Maryland Bridge

Quando è necessario porre rimedio alla mancanza di un singolo dente o più denti adiacenti, una delle soluzioni proposte dall’odontoiatria è la protesi fissa detta ponte Maryland Bridge.

Essa consiste in una protesi fissa parziale il cui numero di capsule è uguale al numero di elementi dentali da sostituire e l’ancoraggio in bocca è assicurato da alette laterali in metallo, ceramica o composito che aderiscono, attraverso uno speciale adesivo, allo smalto dei denti naturali che fanno da pilastri.

In alcuni casi la superficie linguale dei denti naturali che supportano il ponte Maryland Bridge, deve essere preventivamente limata per far spazio alle alette mentre in altri casi basta l’adesivo.

Protesi fissa su impianti dentali

Utilizzata per sostituire tutti i denti, spesso sia dell’arcata superiore che quella inferiore, è costituita da una parte in resina acrilica rosa che simula la gengiva e rappresenta la base su cui vengono montati i denti protesici.

La gengiva finta è utilizzata per colmare lo spazio lasciato libero dal riassorbimento osseo e da eventuale recessione gengivale altrimenti il dentista sarebbe costretto ad utilizzare denti molto lunghi ed antiestetici.

La ritenzione è garantita da impianti dentali in titanio (od anche in ceramica o in zirconio) osteointegrati.

Le tecniche per utilizzate per arrivare a realizzare una protesi fissa su impianti dentali sono molteplici: si va dal classico intervento di chirurgia orale a due fasi, all’implantologia a carico immediato ove l’implantologo, attraverso le opportune indagini radiografiche (panoramica o TC 3D DENTALSCAN), sia certo della presenza delle condizioni necessarie e sufficienti per il successo degli impianti.

Per coloro che si presentano già completamente edentuli (senza denti) è anche possibile porre in essere la tecnica transmucosa.

La caratteristica principale della protesi fissa su impianti dentali sta nel fatto che la protesi è estremamente fissa in bocca quindi non ha spostamenti o basculamenti durante la masticazione o la fonazione come invece accade con la protesi mobile o dentiera.

Ponte circolare completo su impianti dentali

Il ponte circolare completo è una protesi fissa molto simile a quella descritta nel paragrafo precedente ma non ha la gengiva finta quindi il paziente ed i suoi interlocutori avranno la netta sensazione che i denti protesici fuoriescano dalle gengive naturali.

A differenza della protesi fissa con flangia, il ponte circolare completo su impianti è più facile da tenere pulito poiché presenta meno punti difficile da raggiungere durante l’igiene orale quotidiana.

Protesi fissa completa su denti naturali

Quando il paziente si presenta in studio con ancora qualche dente in bocca, il dentista, previa anamnesi, può decidere che gli elementi dentali residui siano sufficienti a svolgere il lavoro che, altrimenti, andrebbe fatto dagli impianti dentali.

In questo caso quindi si procede con la cura delle radici ancora in buono stato ed all’estrazione dei denti che non possono essere di alcun aiuto.

Il passo successivo è quello di ridurre a moncone i denti curati e prepararli, con eventuale utilizzo di perni moncone, a fare da pilastri per il sostegno e la ritenzione della protesi che in questo caso si chiama appunto protesi fissa su denti naturali.

Protesi fissa temporanea o provvisoria

La protesi fissa temporanea è un dispositivo odontoiatrico molto importante sia per il paziente che per il dentista poiché permette all’uno di non rimanere senza denti durante il periodo di cura ed all’altro di rispettare i dovuti tempi biologici necessari ai tessuti molli e duri per guarire.

La protesi fissa temporanea può essere parziale quando supplisce temporaneamente alla mancanza di uno o più denti adiacenti (capsula dentale o ponte parziale), oppure totale quando a mancare sono tutti i denti di un’intera arcata (ponte circolare completo oppure protesi fissa su impianti Toronto Bridge).

Caratteristiche comuni

Ogni protesi fissa, pur essendo progettata e realizzata sulla base delle personali caratteristiche del paziente, deve essere costruita, dall’odontotecnico, con caratteristiche ben precise che accomuna tutte le protesi e che riassumiamo di seguito:

Modellazione anatomica:

se la protesi fissa è costituita da un intarsio o da una capsula, queste devono adattarsi, per forma e colore, ai denti già presenti nella bocca del paziente.

E’ molto importante che la protesi sia perfettamente adattata poiché, in caso contrario, può diventare la causa di infiammazione gengivale, gengivite e ristagno di particelle di cibo favorendo l’accumulo della placca batterica, carie e tartaro.

Corretto punto di contatto

Deve essere ricercato e raggiunto per distribuire uniformemente le forze espresse durante la masticazione

Occlusione ottimale

L’allineamento verticale della protesi fissa con gli omologhi naturali oppure tra le due arcate protesizzate, elimina il problema del “precontatto occlusale” che concentra lo stress masticatorio in punti ben precisi nei quali si formano vesciche e decubiti.

Rispetto delle proporzioni interdentali

Tra un dente e l’altro deve esserci il giusto spazio, ne di più ne di meno, altrimenti la papilla interdentale non avrebbe la giusta collocazione e si rischierebbero anche pericolosi ristagni di cibo.

Bombatura dei denti protesici (curvatura assiale)

Se la curvatura (assiale) della singola capsula o dei denti di una protesi fissa su impianti è poco accentuata il cibo urterà frequentemente la gengiva, provocando arrossamenti ed infiammazioni. Se invece la curvatura assiale è molto accentuata avremo ristagni di cibo, accumulo di placca e formazione di carie e tartaro.

Manutenzione ed igiene della protesi fissa

L’igiene orale e la pulizia dei denti deve essere sempre eseguita anche quando una persona non ha più in bocca i propri denti che sono stati sostituiti da una protesi dentale fissa anzi, soprattutto quando si ha in bocca una protesi.

Se il dispositivo protesico è parziale (supplisce alla mancanza di uno o più denti vicini), si consiglia la pulizia con uno spazzolino come normalmente si fa con i denti naturali per rimuovere residui di cibo che possono rimanere incastrati a livello interdentale (tra il dente vero e quello finto); oltre a ciò, è doveroso dotarsi ed utilizzare lo scovolino per andare a ripulire anche quei punti che sono difficilmente raggiungibili con lo spazzolino da denti.

Le la protesi dentale fissa è totale, come un ponte circolare completo od una protesi fissa su impianti dentali, l’igiene diventa ancora più importante poiché trascurandolo è possibile causare problemi agli impianti dentali.

Se non si rimuovono i batteri a mezzo scovolino o filo interdentale, questi possono provocare la perimplantite che è una delle cause del fallimento degli impianti.

Controllo periodici dal dentista

I controlli periodici dal dentista servono per la corretta manutenzione della protesi fissa poiché essa deve essere costantemente monitorata a scopo preventivo.

Per la protesi fissa Toronto Bridge, i controlli periodici, ogni 3 mesi, sono anche l’occasione per svitare la protesi e procedere alla sua pulizia poiché, come sappiamo, la flangia rosa che simula la gengiva limita enormemente le manovre atte all’eliminazione di tutti i detriti di cibo.

Durante i controlli, il dentista è in grado di accertare se è ora di effettuare la ribasatura della protesi oppure se questa risulta ancora idonea a svolgere in maniera ottimale il suo lavoro.

Conclusioni

La scelta della protesi fissa è un momento molto importante nella al vita di una persona poiché tale scelta va ad influenzare notevolmente la quotidianità del paziente, sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale.

La comunicazione a due sensi tra il dentista ed il paziente deve essere la più esplicativa e semplice possibile in modo tale che l’uno possa rendersi conto a cosa sta andando in contro in termini di disagio, vantaggi e spesa economica mentre il medico può comprendere quali siano le effettive esigenze del paziente.

Le impronte dentali digitali rappresentano la ricostruzione virtuale (su file digitali computerizzati) dell’arcata dentale, parte di essa o entrambe e sono utilizzate in implantologia per la produzioni di protesi fisse, in ortodonzia per lo studio e la costruzione di apparecchi ortodontici, in odontoiatria protesica per la costruzione della classica dentiera o protesi mobile totale.

Presa delle impronte dentali digitali

Una delle novità più rilevanti sta proprio nel metodo di acquisizione delle impronte dentali che non si avvale più del classico cucchiaio portaimpronte riempito di pasta morbida entro cui affondare i denti ed attendere l’indurimento del composto per ottenere il calco.

Non è più necessario neanche il passaggio della colatura del gesso all’interno dello stampo per fabbricare il modello su cui l’odontotecnico può cominciare a lavorare per la produzione della protesi del paziente.

Per prendere le impronte dentali digitali, il dentista inserisce nella bocca del paziente uno scanner 3D (lettore) che, attraverso la sinergia di microprocessori e luci a LED, è capace di leggere la conformazione del cavo orale, registrare il contorno geometrico dei denti e dei tessuti gengivali

Tutte le informazioni raccolte dallo scanner vengono elaborate da un apposito software che ricava e riproduce tridimensionalmente le due arcate del paziente con una precisione irraggiungibile con il metodo classico.

Vantaggi:

  • Procedura mininvasiva per il paziente
    Il paziente non è più costretto a subire la “tortura” di tenere in bocca, seppur per pochi minuti, il cucchiaio per impronte colmo di pasta. In questo modo vengono eliminate le spiacevoli situazioni di conati di vomito o senso di soffocamento;
  • Eliminazione di materiali di consumo
    Non è più necessario produrre ed acquistare materiali quali: gesso, alginati, siliconi …. Quindi non ci sono nemmeno materiali di scarto potenzialmente nocivi per l’ambiente;
  • Assenza di errori
    Nel remoto caso che il dentista si accorga di errori nella rilevazione delle impronte dentali digitali, la loro correzione è immediata ed il paziente non deve ripetere la poco simpatica procedura con la pasta in bocca;
  • Tempistiche accorciate
    Le impronte dentali digitali eliminano le procedure intermedie di fabbricazione del modello in gesso poiché i dati acquisiti a mezzo dello scanner sono subito utilizzabili dallo studio odontoiatrico per la progettazione della protesi utilizzando anche la tecnologia CAD/CAM dentale.
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